Whatsapp, attenti al virus che prende in ostaggio lo smartphone e chiede il “riscatto”

di | 17 Settembre 2015

Il virus che chiede il riscatto è lo spauracchio di tutti gli internauti, ma a partire da oggi devono stare attenti anche gli utenti di WhatsApp.

Il ransomware, il temutissimo virus che blocca PC e smartphone e poi chiede un riscatto, agisce per via chat di WhatsApp e blocca il dispositivo sbarrando l’accesso a foto e video. L’unico modo per evitare questi problemi? Non aprire il file in allegato, cancellare immediatamente la conversazione e mettere in black list il numero dal quale è arrivato il messaggio contenente il virus.

“Congratulazioni, il tuo numero di telefono +39XXXXXXXXXX è stato selezionato casualmente come dispositivo mobile fortunato di oggi! Hai un (1) premio non reclamato. Reclama il tuo premio ora!”. Questo  messaggio arriva sugli smartphone degli utenti di Whatsapp, che a loro volta hanno ricevuto l’avviso “Whatsapp ti ha aggiunto al gruppo Whatsapp”.

WhatsApp-Ransomware-virus-riscatto-smartphone

Stesso stupido messaggio che arriva ogni giorno via mail, purtroppo si tratta di un virus (ransomware) che si “impadronisce” del vostro smartphone o tablet, di qualsiasi sistema operativo, quindi sia iOS che Android: lo blocca, vieta l’accesso ai propri contenuti multimediali, video e foto, e chiede il famoso riscatto per “tornare in possesso del vostro device”.

L’unico modo per evitare questi guai? Non aprire il file in allegato, cancellare subito la chat e bloccare il numero che risulta ave rinviato il messaggio.

WhatsApp conta quasi un miliardo di utenti (il limite di 900 milioni è stato festeggiato da pochi giorni), che il servizio di chat e messaggistica istantanea di Facebook divenisse preda di hacker e truffatori era questione di ore…La società di sicurezza Check Point ha individuato una pericolosa falla nella versione web che ha messo a repentaglio la sicurezza di oltre 200 milioni di utenti.

Il “bug”, che è stato prontamente corretto, era un’autostrada per spargere virus, compresi i pericolosi “ransomware” quelli che prendono in “ostaggio” smartphone e file e permetteva agli hacker di ingannare gli utenti spedendo loro dei contatti per la rubrica telefonica – nel formato ‘vCard’, identici a quelli veri – ma che purtroppo erano portatori di diversi tipi di virus. L’unica cosa di cui l’hacker aveva bisogno era il numero di cellulare associato all’account da “prendere in ostaggio”.

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