Per fortuna sta avendo la giusta attenzione da parte degli organi di stampa, ed una delle modifiche parlamentari al decreto anticrisi potrebbe realmente avere un effetto importante nei confronti di ogni cittadino.
Vi parlo dei commi dal quinto all’ottavo dell’articolo 16-bis della legge di conversione (Legge 2/2009), che afferma testualmente che “ai cittadini che ne fanno richiesta è attribuita una casella di posta elettronica certificata”.
Si stanno definendo le caratteristiche tecniche e le modalità di rilascio di questo avveneristico servizio, che dovrebbe essere totalmente gratuito per gli italiani e a carico del bilancio dello Stato. L’esplicito riferimento ai “cittadini”, comunque, fa pensare all’esclusione dal beneficio non soltanto per le persone fisiche senza passaporto italiano ma anche per tutti gli enti privati di ogni genere, comprese le società.
La stessa normativa prevede l’attribuzione di una casella di posta elettronica certificata ad ogni ente pubblico, ed essa diverrà l’unico strumento di comunicazione fra gli enti stessi.
Poiché la posta elettronica certificata permette di attribuire con adeguata certezza l’identificazione di mittente e destinatario, le comunicazioni per mezzo di questo strumento telematico molto avanzato, hanno la stessa valenza legale dell’ordinaria raccomandata postale, che fortunatamente dovrebbe cadere velocemente in disuso negli anni a venire.
Possiamo quindi immaginare che chi si avvarrà di questo strumento troverà in futuro gli avvisi di ogni genere provenienti dagli enti pubblici non più nella cassetta postale bensì nella sua casella di posta elettronica.
La misura rientra nel più ampio e complesso quadro delle misure adottate dai vari governi negli ultimi anni per ridurre l’impiego della carta e favorire la migrazione verso una diffusa digitalizzazione dei servizi pubblici.
Personalmente do un caloroso benvenuto alla posta elettronica certificata.